Talotta
 

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INTERVISTA
Intervista a Luca Talotta, green influencer
 

Infrastrutture e cambio culturale, la svolta per un settore automobilistico green

 
 
 

Giornalista sportivo, scrive per il Giornale, mitomorrow e direttore di due siti internet, il green influencer Luca Talotta racconta in che modo il settore delle ...

 
 

 

venerdì 25 giugno 2021

 

 

Giornalista sportivo, scrive per il Giornale, mitomorrow e direttore di due siti internet, il green influencer Luca Talotta racconta in che modo il settore delle auto può diventare meno inquinante.

Luca, quando hai capito che la mobilità sostenibile era una missione da portare avanti?

Mi occupo di sostenibilità da circa una decina di anni, da quando ho iniziato a collaborare con testate digitali che esulavano dall’aspetto prettamente sportivo. All’epoca mi sono approcciato per la prima volta al settore dell’automotive, e successivamente al mercato della mobilità sostenibile. Ma il vero momento in cui ho abbracciato la sostenibilità nel settore automobilistico è il 2018, in occasione di un evento organizzato da Nissan per presentare l’auto elettrica più venduta del mondo. Da là è iniziata la mia vita da l’influencer che parla di mobilità sostenibile perché lentamente tutte le case hanno iniziato a produrre auto green. 

Da quando hai abbracciato il tema della sostenibilità, quanto si è fatto e quanto ancora si deve fare nel settore della mobilità?

Si è fatto tantissimo su due versanti, il primo e più importante è la presa di posizione dell’Ue che ha imposto alle case produttrici di abbassare il livello di emissioni inquinanti. Dall’altra parte le case produttrici si sono spinte nella produzione ed elaborazione di auto elettriche, investendo ingenti somme in ricerca e sviluppo, portando così il mercato a implementare l’offerta di auto sostenibili. Proprio oggi leggevo che due auto su tre sono sostenibili, o comunque hanno la versione con un propulsione sostenibile affiancata a quello tradizionale. Questi due cambiamenti hanno innescato una grande rivoluzione nel mercato, il prossimo passo da fare sarà il cambio di mentalità delle persone, perché il vero problema è di tipo culturale. È  difficile estirpare la vecchia concezione legata all’auto a motore che porta con sé un insieme di paure rispetto all’auto elettrica, come il timore di non avere carica a sufficienza per percorrere lunghi percorsi o quello di non trovare centraline di ricariche. Attualmente il vero problema è l’esiguo numero di colonnine di ricarica, per esempio in autostrada, oggi sono poche e perlopiù situate al nord del Paese. Ma forse una soluzione a questo problema arriverà dal piano di ripresa e resilienza presentato dal governo, che prevede l’installazione di colonnine di ricarica una ogni 15 km.

Educare e sensibilizzare le generazioni del futuro alla sostenibilità, nel comparto della mobilità si sta muovendo qualcosa in questo senso? 

Credo sia fondamentale sensibilizzare i ragazzi dai 18 anni in poi, i neo patentati saranno gli acquirenti di domani e devono sapere ciò che sta accadendo sul mercato. Un grande passo avanti è stato fatto con la creazione di corsi di laurea e master incentrati sui temi green in ambito automobilistico. Il mio sogno è andare a parlare in tute le scuole di secondo grado, dove poter catechizzare gli acquirenti del domani.

La lotta in difesa del nostro ecosistema è più politica e mediatica o scientifica e tecnologica?

Ognuno di noi dovrebbe farsi carico del mondo che ci circonda e vedere se ciò che ci propinano è mera propaganda o una situazione reale. Detto questo, il problema ambientale ha acquisito dei connotati propagandistici anche a livello politico, questo non va bene perché ognuno ha le proprie idee ma devono essere supportate da tesi scientifiche. 

Se un giorno potessi prendere delle decisioni importanti, a livello mondiale, per trasformare il settore dei trasporti quali sono i primi cambiamenti che faresti?

Non farei morire il mercato dell’auto a benzina e diesel, e cercherei di portare avanti un piano di maggiore rispetto dell’ambiente, che prevede l’abbassamento di inquinanti delle auto e nella loro produzione, un esempio potrebbe essere la riduzione del quantitativo di plastica utilizzato per la produzione delle auto. Mi metterei di concerto con tutti i produttori e tutta la filiera del settore automobilistico, per cercare una soluzione affinché la produzione delle auto possa essere sostenibile a 360 gradi.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

Da green influencer e da papà, come sogni le generazioni di domani che dovranno fronteggiare i problemi di un Pianeta “ammalato”’?

Spero che le generazioni future abbiamo il coraggio e la capacità di porsi delle domande e guardare in faccia la realtà. Ai ragazzi che seguono i miei corsi all’Università dico spesso “Non dovete andare dove va la massa ma prendere coscienza di dove va il mercato, per analizzarlo e capire cosa fare e come agire”. Ecco io spero che un domani i bambini di oggi possano fare tutto questo.