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INTERVISTA
Giorgio Parisi, Premio Nobel per la fisica
 

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Professore, c’è un dibattito aperto nel mondo scientifico e culturale sulla valenza e portata dei mutamenti climatici. Ci può dare una sua visione sul tema? ...

 
 

 

venerdì 8 ottobre 2021

 

 

Professore, c’è un dibattito aperto nel mondo scientifico e culturale sulla valenza e portata dei mutamenti climatici. Ci può dare una sua visione sul tema?

La stragrande maggioranza degli esperti che ha studiato questo fenomeno non ha dubbi nel ritenere che i mutamenti climatici che stanno avvenendo sono di origine antropica, non c’è alcun dubbio che l’intervento umano abbia portato ad un aumento della CO2 nell’atmosfera, fenomeno correlato all’aumento della temperatura. Le ipotesi che negano queste tesi stanno perdendo, col passare del tempo, sempre più consistenza e credibilità. Questi aumenti di temperatura non sono graduali, a volte per anni abbiamo una certa stabilità, come per esempio nel decennio tra il 2002 e il 2012, e questo ha fatto ritenere alcuni osservatori che vi fossero dubbi sulla tesi antropica. Ovviamente poi gli anni successivi hanno visto la temperatura aumentare in modo sostanzioso, che purtroppo ha ampiamente compensato la staticità precedente e ha tristemente fatto chiarezza sulla materia.

Si parla di tassazione della plastica non riciclabile in Italia, argomento che crea notevoli fermenti politici. E’ una battaglia utile da perseguire?

La battaglia utile è certamente quella che porta a eliminare al massimo la plastica non riciclabile, non tanto per i cambiamenti climatici quanto per la salvaguardia dei mari e degli oceani, dove l’invasione massiccia di questo materiale inquina e danneggia la fauna ittica, che suo malgrado se ne ciba, causando seri problemi alla catena alimentare e quindi all’uomo. Cosa sia più conveniente fare tra il tassare la plastica o il proibirla è una questione che deve risolvere la politica. Ad esempio negli imballaggi tutto questo utilizzo di plastica possiamo dire che è inutile e superabile.

Come spiega questa larga frangia di giovani che ha deciso di scendere in campo a favore dell’ecosistema, si tratta solo di un fenomeno mediatico o c’è di più?

Secondo me i giovani si sono resi conto che tra cinquant’anni ci saranno ancora loro sulla Terra, e potranno arrivare non molto lontano dal 2100, subendo più di altri le conseguenze dei problemi all’ambiente. Quello che mi stupisce semmai è che non si siano mossi molto tempo fa, quando già era evidente che la situazione stava evolvendo in maniera preoccupante.

Alcuni importanti e ricchi paesi, tra cui gli USA, sembrano perseguire un sempre maggior disimpegno sulle questioni ambientali. Si potrà remare presto tutti nella stessa direzione?    

E’ un problema politico, fino a quando l’opinione pubblica di certi paesi non è convinta che il problema ambientale è molto serio e non giudica i politici in base alle loro posizioni sul problema ambientale, possono continuare ad esserci delle nazioni che spingono nella direzione sbagliata. Bisogna avere una estrema consapevolezza dei pericoli che si corrono, solo così si può remare tutti nella stessa direzione. Finchè nessuno pensa che la barca stia affondando nessuno si preoccupa, ma quando lo si percepisce tutti cercano di guadagnare il prima possibile la riva.                                  

Non c’è alcun dubbio che l’intervento umano abbia portato ad un aumento della CO2 nell’atmosfera, fenomeno correlato all’aumento della temperatura.