Generale Riccardi
 

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INTERVISTA
Generale Roberto Riccardi, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale
 

Beni culturali e ambiente rappresentano l'unicità della bellezza italiana

 
 
 

Generale, Lei dirige il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Parliamo della storia di questo reparto speciale e dei più grandi successi ottenuti ...

 
 

 

venerdì 18 febbraio 2022

 

 

Generale, Lei dirige il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Parliamo della storia di questo reparto speciale e dei più grandi successi ottenuti sotto la Sua guida.

Il Comando nasce come Nucleo Tutela Patrimonio Artistico nel 1969, in ossequio all’articolo 9 della Costituzione, una norma fortemente voluta da Concetto Marchesi e Aldo Moro e ispirata, tra l’altro, agli scritti di Benedetto Croce, che aveva subito lutti in un terremoto e ebbe a cuore la tutela del paesaggio. Il reparto specializzato si sviluppa nel tempo e tanti sono i successi della Tutela Patrimonio Culturale; tra i più recenti, che già mi vedono Comandante, c’è il recupero di un orologio a pendolo del Quirinale, alla fine del 2020. Era un orologio storico, voluto da Pio IX quando il Quirinale era la seconda residenza dei papi. Era stato trafugato negli anni sessanta del Novecento, e l’abbiamo recuperato in una villa del Mugello da un collezionista che lo aveva acquistato. Altro risultato emozionante è stato il recupero di una porta del Bataclan, adornata da un’opera di street art di Bansky dedicata alle vittime della strage terroristica. Nel 2018 l’opera di Bansky era stata collocata sull’uscita di sicurezza del teatro, da cui le vittime erano fuggite mentre i terroristi sparavano, e in seguito era stata trafugata. L’abbiamo recuperata nel giugno del 2020 in Abruzzo, in quanto uno dei componenti della banda di ladri aveva un covo in quella regione. Abbiamo effettuato anche recuperi ingenti di beni archeologici, come dei pregiati reperti magno-greci nella zona di Taranto; dagli Stati Uniti abbiamo recuperato oltre duecento pezzi archeologici finiti nei più importanti musei americani, come il Metropolitan, presentandoli in una conferenza stampa il 30 dicembre scorso, insieme al Ministro Dario Franceschini.

L’articolo 9 della Costituzione alla luce delle recentissime modifiche: cosa unisce la tutela ambientale, appena inserita, a quella del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione?

Si dice che chi commette reati ai danni dell’ambiente ci ruba il futuro, e chi commette reati ai danni dei beni culturali ci ruba il passato; in realtà in entrambi i casi viene rubato il presente, il passato e il futuro. Infatti l’Italia è un museo a cielo aperto che si compone della presenza di beni culturali di numero irraggiungibile, essendo il primo Paese per siti tutelati dall’Unesco e avendo oltre cinquemila musei e più di trecento aree e parchi archeologici. Ma fa parte delle bellezze del nostro Paese anche il paesaggio e il nostro sistema ambientale unico. Abbiamo laghi, monti, fiumi, settemila chilometri di coste, ambienti stupendi che devono essere preservati. La tutela dei beni culturali è quindi strettamente legata a quella della natura, e c’è una sinergia piena tra il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale con le componenti del comparto Forestale e Ambientale dell’Arma.

Parliamo del coordinamento tra la tutela del paesaggio e quella dei beni culturali.

Come dicevo, operiamo con tutte le componenti del comparto Forestale e Ambientale, e effettuiamo anche il monitoraggio delle aree extraurbane, dove con l’uso di elicotteri e di droni controlliamo le aree terrestri di interesse archeologico, per individuare le buche scavate dai “tombaroli” e le tombe non ancora scavate, di possibile interesse per le Sovrintendenze.

Parlando con l’uomo di cultura, quanto ha influito l’habitat nello scorrere della storia dell’uomo?

Moltissimo, l’architettura del passato è per noi l’archeologia del presente. I monumenti, i templi, le città, le necropoli, sono sorti in sintonia con l’ambiente naturale, e rappresentano un filo che attraversa la storia. Come affermato da Quatremère de Quincy, politico e critico d’arte francese vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento, l’arte non è nulla fuori dal suo contesto.

Lei è un anche un apprezzato scrittore, quali sono i valori alla base della Sua opera letteraria?

Sono gli stessi che mi hanno portato a essere un Ufficiale dei Carabinieri, il senso di solidarietà e di funzione nei riguardi della società. Un autore deve dare dei messaggi positivi, così come un operatore delle forze dell’ordine deve essere al servizio dei cittadini.

Come affermato da Quatremère de Quincy, politico e critico d’arte francese vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento, l’arte non è nulla fuori dal suo contesto.