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INTERVISTA
Eugenia Maria Roccella, Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità
 

La crisi demografica minaccia per la sostenibilità ambientale

 
 
 

Famiglia e sostenibilità ambientale: come promuovere consapevolezza ecologica e stili di vita green nel nucleo naturale e fondamentale della società? Nonostante si faccia di tutto ...

 
 

 

venerdì 27 gennaio 2023

 

 

Famiglia e sostenibilità ambientale: come promuovere consapevolezza ecologica e stili di vita green nel nucleo naturale e fondamentale della società?

Nonostante si faccia di tutto per sminuirne il ruolo, e nonostante la complessità del mondo di oggi che vede soprattutto i più giovani esposti alle più disparate sollecitazioni cognitive e sociali, la famiglia resta il primo e più importante luogo di educazione e formazione. E aggiungerei di esempio. La questione ambientale è stata a lungo vittima di un doppio eccesso: da una parte di ideologismo, dall’altra di negazionismo. Da qualche tempo si sta facendo strada un ambientalismo a misura di persona, che ricerca un’alleanza con l’uomo e con le sue attività senza vederli come pericolosi nemici, ed è questa la strada da percorrere. A cominciare appunto dall’ambito familiare, dove si può imparare fin da piccoli che con un po’ di attenzione è possibile vivere e operare rispettando l’ambiente senza limitare le proprie potenzialità.

Il calo demografico visto come una minaccia per la tutela del territorio e la conservazione del patrimonio storico e architettonico: ci può parlare di questo argomento?

E’ un argomento che mi sta molto a cuore. Alcune conseguenze della denatalità sono infatti molto conosciute e ampiamente dibattute. Altre vengono drammaticamente sottovalutate. Fra queste, l’impatto dello spopolamento sulla conservazione dell’ambiente. Le attività antropiche sono infatti di fondamentale importanza per il territorio. Non dimentichiamo che la stessa parola ecologia discende dal greco “oikos”, che significa casa. L’ambiente è la casa in cui l’uomo vive e opera, e alla quale l’uomo deve portare rispetto ma che è lui stesso a curare, a mantenere, a far fruttare. La crisi demografica rischia di esporre allo spopolamento e all’abbandono intere aree del nostro Paese, e fra queste soprattutto le aree interne che custodiscono un patrimonio inestimabile in termini naturalistici, culturali e di trasmissione delle tradizioni.

Ritiene che una affermazione piena del concetto di pari opportunità concorrerebbe a mitigare i problemi ambientali che caratterizzano il nostro tempo?

Il concetto di pari opportunità è molto diverso da quello di omologazione. Come è stato detto, è ingiusto trattare in modo diverso persone uguali, ma è altrettanto ingiusto trattare in modo uguale persone diverse. Le vere pari opportunità, dunque, tengono conto delle peculiarità e delle differenze. E credo che questo sia il giusto approccio anche alla questione ambientale. Perché l’omologazione implica generalmente modelli organizzativi invasivi. E perché l’ambiente stesso vive della sua biodiversità.

La difesa della vita umana e quella del Pianeta che ci ospita, un’unica missione caratterizzata dalla solidarietà e dal senso di responsabilità…

Proprio così. Quando accennavo agli opposti eccessi dell’ideologismo e del negazionismo, intendevo riferirmi proprio a questo tema. Abbiamo da un lato ambientalisti che sono attenti a ogni forma di vita, tranne quella umana. Dall’altro, qualche volta, conservatori che vogliono conservare tutto fuorché l’ambiente. C’è bisogno di un approccio equilibrato, di un ambientalismo antropocentrico che salvaguardi la natura come casa dell’uomo e delle sue attività. Un ambito perfetto nel quale esercitare una libertà non slegata dal concetto di responsabilità.

Quali sono gli insegnamenti dei suoi genitori che ispirano le iniziative politiche che intraprende?

Dai miei genitori e dall’ambiente che insieme a loro ho frequentato ho imparato soprattutto un metodo. Ho imparato a credere nella potenza dell’iniziativa politica e ho imparato a rifuggire le logiche minoritarie. Si può essere in pochi e intraprendere una battaglia che inizialmente interessa a pochi, ma lo si deve fare con l’obiettivo di vincerla, allargando il consenso, senza fermarsi in partenza alla mera testimonianza.

C’è bisogno di un approccio equilibrato, di un ambientalismo antropocentrico che salvaguardi la natura come casa dell’uomo e delle sue attività