Erri Deluca
 

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INTERVISTA
Erri De Luca, scrittore
 

Economia della rianimazione delle energie vitali del Pianeta

 
 
 

Erri De Luca, in un articolo scrive “…la polmonite che soffoca il respiro sta a specchio dell’espansione umana che soffoca l’ambiente”. Quanta correlazione c’è tra ...

 
 

 

martedì 19 gennaio 2021

 

 

Erri De Luca, in un articolo scrive “…la polmonite che soffoca il respiro sta a specchio dell’espansione umana che soffoca l’ambiente”. Quanta correlazione c’è tra il disastro ambientale e l’espansione della pandemia?

Sono lettore prima che scrittore e leggo la storia dell’epidemia in questo modo: alla nostra pressione sul pianeta fino al soffocamento, corrisponde un contraccolpo che attacca il nostro respiro, i nostri due polmoni. È una conseguenza ma non una ritorsione, non attribuisco al pianeta una identità che consapevolmente reagisce.

Viviamo un momento storico “forte”, dal punto di vista economico, sociale e psicologico. A livello globale, sembra che l’importanza economica abbia perso vigore per lasciare spazio alla tutela della salute delle persone. Una volta che la pandemia sarà un problema risolto, tutto tornerà come prima o crede che questa lezione servirà per rimboccarci le maniche e “curare” seriamente il nostro Pianeta?

 Immagino che proseguirà la corsa alle vaccinazioni, perché il virus corre e chi lo ha contratto può prenderlo di nuovo. Allo stato di spensierato uso delle risorse del pianeta non si potrà tornare e si dovrà inventare una nuova alleanza tra abitanti e terra. Il 2020 sarà ricordato come anno di spartiacque tra due versanti della storia umana.

In un’intervista a proposito di problemi ambientali parla di un cambiamento che deve avvenire dal “basso”, che va oltre le decisioni dei potenti.  In che modo?

Ci sono già segnali di prime conversioni dovute a necessità, non a virtù. Si comprano biciclette per gli spostamenti urbani, gli addetti in agricoltura aumentano e sono in maggioranza giovani che avviano attività non intensive, la caduta del prezzo di petrolio rende improduttiva l’estrazione costringendo i grandi gruppi a energie alternative. Sono esempi disparati di quanto si muove già in maniera strisciante. 

La sua fondazione si occupa di sostenere, attraverso lodevoli progetti, persone vulnerabili che arrivano in Italia con la speranza di avere e dare ai propri figli un futuro dignitoso. In un mondo più sostenibile come cambierebbe il fenomeno dell’immigrazione?

I movimenti di masse umane sono la costante della storia umana e da un secolo hanno assunto proporzioni smisurate di trasferimento per milioni di persone. Per il mio vocabolario uso la parola “ raccoglienza”, perché non si tratta di ordinaria ospitalità, di accoglienza del forestiero. Si tratta di raccogliere una ricchezza umana che arriva già istruita e formata, disponibile a ogni impiego produttivo. Si tratta di un raccolto di energie giovani che con i loro flussi ravvivano le fibre di comunità invecchiate, come la nostra che ha la più alta età media del mondo dopo quella del Giappone. La fondazione col mio nome fornisce alcune borse di studio per studenti stranieri che si formano e si fermano in Italia.

Lei spera che le future generazioni vivano in un sistema economico opposto al nostro auspicando una crescita attraverso “L’economia della Riparazione”. Come si immagina questo tipo di sviluppo?

 Si parla di decrescita dell’economia, di contrazione virtuosa, ma non credo che si possa realizzare sulla base del convincimento. È per necessità che si realizzerà una prospera economia della rianimazione delle energie vitali del pianeta, dell’impiego del riciclo e dello smaltimento, della riparazione dei danni ambientali. Con questa epidemia l’Europa ha cambiato i connotati e ha messo a disposizione enormi fondi, prima impensabili. Si è avviata una lunga marcia che coprirà il cammino di questo secolo.

  • Si ringrazia la Fondazione Erri De Luca per la foto dell’intervistato