Donatella Bianchi
 

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INTERVISTA
Donatella Bianchi, Presidente WWF
 

Il sistema Paese è chiamato ad adattarsi alla rivoluzione green

 
 
 

Presidente, il Ministero della Transizione diventa realtà. Quale pensa possa essere il suo valore strategico oggi? È molto importante che oggi si riconosca, anche dal ...

 
 

 

venerdì 28 maggio 2021

 

 

Presidente, il Ministero della Transizione diventa realtà. Quale pensa possa essere il suo valore strategico oggi?

È molto importante che oggi si riconosca, anche dal punto di vista istituzionale, la centralità che la transizione ecologica ha, e deve avere, nella costruzione del nostro futuro. Quello di allineare i nostri comportamenti, le nostre attività produttive e i nostri consumi alla stella polare della sostenibilità è ormai una necessità non rinviabile. Una necessità che va attuata tenendo presente che il capitale naturale è e sarà sempre più alla base del nostro benessere, anche economico, e della nostra sicurezza e salute.

Come valuta i primi passi del nuovo Ministero?

È un Ministero che va costruito cercando di armonizzare le nuove competenze con quelle vecchie. È in questo processo che si dovrà forgiare l’anima stessa del nuovo Dicastero. Sarà inoltre importante non dimenticare che la transizione dovrà avere come stella polare la biodiversità, la sua tutela e la ricostruzione di quella che abbiamo perso. Tutte le politiche, anche quelle energetiche o di tutela del territorio, devono avere anche un obiettivo nature positive. Non dimentichiamo poi la centralità che deve essere attribuita al mare che sarà cruciale sia nelle politiche di rilancio economico (gran parte dell’economia del nostro meridione è collegata al mare) sia dal punto di vista della ricostruzione del capitale naturale.

Quali ritiene debbano essere le priorità, anche alla luce della crisi economica, da affrontare subito?

Credo che le priorità siano strettamente interconnesse: dalla necessità di invertire la curva di perdita di biodiversità alla rivoluzione energetica, dalle misure di adattamento al cambiamento climatico, al potenziamento delle aree protette, fino all’introduzione di modelli di produzione e consumo sostenibili. È questo che definisce la rivoluzione verde ed è da questo che dipenderà il futuro che costruiremo.

Green Deal Europeo, Next Generation Eu e Recovery Fund rappresentano una grande possibilità per il nostro Paese. Il nuovo Ministero, da solo, sarà in grado di sanare la cronica incapacità italiana di spendere le risorse dei Fondi Strutturali?

È il sistema paese che deve adeguarsi alla rivoluzione verde. Servono istituzioni determinate ma anche aziende innovative così come c’è bisogno di cittadini informati e consumatori consapevoli. Ripeto che la sfida deve riguardare tutti. Ma subito!

Dal suo punto di osservazione come valuta le esperienze di chi ci ha preceduto con l’istituzione di un Ministero della Transizione ecologica?

Cambiare le istituzioni e mettere a regime macchine complesse non è una cosa semplice. Richiede approfondimenti necessari ma anche, e soprattutto, tempo. Che è proprio quello di cui non disponiamo! Penso che un ruolo cruciale nell’armonizzazione di politiche e indirizzo di risorse lo giochi l’Europa (lo abbiamo visto con il Green Deal e Next Generation UE) con i propri obiettivi e gli indirizzi di spesa. Essere europei, dal punto di vista delle politiche economiche, significa essere protagonisti della rivoluzione verde.

Il “vecchio” Ministero dell’Ambiente ha sempre avuto un ruolo importante nei passati Esecutivi. Quali prospettive per il nuovo Ministero della Transizione Ecologica?

Con tutti i limiti legati al budget e alle competenze tecniche, il vecchio Ministero dell’Ambiente ha avuto un ruolo cruciale in Italia a sostegno della biodiversità, attraverso i Parchi nazionali e le aree marine protette. Oggi lo scenario è cambiato radicalmente. L’ambiente si trova nelle politiche economiche, in quelle sociali, in quelle sanitarie, nella difesa del territorio, nella produzione di energia. Serve una regia capace di tenere tutto insieme, senza perdere il meglio dell’esperienza precedente soprattutto nell’ambito del presidio a difesa della natura.