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INTERVISTA
Claudio Levorato, Presidente di MSC Società di Partecipazione tra Lavoratori S.p.A. holding di controllo di Rekeep
 

Riqualificare il patrimonio immobiliare pubblico italiano

 
 
 

Rekeep è leader in Italia nel Facility Management & Business process outsourcing, attiva nella gestione ed erogazione di servizi integrati rivolti agli immobili, al territorio ...

 
 

 

venerdì 1 aprile 2022

 

 

Rekeep è leader in Italia nel Facility Management & Business process outsourcing, attiva nella gestione ed erogazione di servizi integrati rivolti agli immobili, al territorio e al supporto dell’attività sanitaria, con quasi 30.000 dipendenti nel mondo. Com’è cambiato, negli 80 anni della vostra storia, il rapporto con il concetto di sostenibilità?

Siamo da sempre impegnati a promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile ed un rapporto proficuo e costante con i nostri stakeholder con l’obiettivo di aumentare la produzione di valore condiviso. Per questo motivo, rendicontiamo la nostra responsabilità sociale sin dal 1992, e dal 2015, il nostro Bilancio di sostenibilità è certificato secondo i GRI (Global Reporting Initiative) standards. Inoltre, da tempo, i 17 SDGs dell’Agenda ONU 2030 sono il nostro orizzonte e stiamo puntando a fornire un contributo al loro raggiungimento. Al momento, in particolare, sono almeno 7 gli obiettivi verso i quali l’impegno di Rekeep è più rilevante e rendicontabile grazie anche al richiamo agli specifici sotto obiettivi (Salute e benessere, Istruzione di qualità, Energia pulita e accessibile, Lavoro dignitoso e crescita economica, Città e comunità sostenibili, Consumo e produzione responsabili, Lotta al cambiamento climatico). Lavoriamo, inoltre, affinché la sostenibilità sia sempre più integrata e sia parte fondante della nostra strategia aziendale e del nostro modello di business e per questo siamo in procinto di approvare il piano di sostenibilità per i prossimi due anni, con impegni e obiettivi specifici che verranno puntualmente monitorati e rendicontati anche all’interno dei prossimi report di sostenibilità. Nel 2020 abbiamo pubblicato per la prima volta la rendicontazione delle emissioni di gas serra secondo quanto previsto dal GHG Protocol (Greenhouse Gas Protocol). distinguendo tra le diverse categorie di emissioni. L’ impegno è quello di promuovere politiche e misure di tipo ambientale in grado di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. I dati relativi alle emissioni 2020 di gas serra sono stati pari a 255.934 tonnellate di CO2e (secondo l’approccio location based), segnando una riduzione di 9.597 t CO2e rispetto all’anno precedente (-3,6%). Sempre in quest’ambito, a fine 2019, Rekeep ha lanciato un nuovo progetto interno sulla sostenibilità – Rekeep Beyond – con il duplice obiettivo di consolidare la cultura e la sensibilità aziendale e di elaborare proposte e azioni concrete per aumentare la produzione di valore condiviso. I dipendenti coinvolti, dopo un breve percorso formativo iniziale, si sono concentrati sul tema del cambiamento climatico, sviluppando riflessioni e misure specifiche che sono state raccolte all’interno di due paper dedicati e successivamente presentati alla direzione aziendale. Nelle prossime settimane verrà avviata la seconda edizione del progetto, questa volta focalizzato sull’approccio ESG.

Ci spiega la finalità e i contenuti della vostra proposta congiunta con Nomisma “Un Green New Deal per il patrimonio immobiliare pubblico”? E le conseguenze che questa potrebbe avere, a livello economico, per il sistema Paese?

È a tutti evidente che il patrimonio immobiliare italiano sia in larga parte datato e che necessiti di importanti interventi di riqualificazione energetica e sismica. Ma se molte continuano a essere le opportunità offerte ai privati, come a esempio il superbonus, non era mai stato adeguatamente valutato l’impatto che potrebbe avere a livello economico, ambientale e sociale un piano di interventi sugli immobili pubblici, vecchi, ad alta dispersione energetica e che causano uno spreco di risorse, un danno per il territorio, l’ambiente e la comunità. Lo studio realizzato con Nomisma ha voluto, quindi, approfondire i risultati economici, sociali e ambientali conseguibili attraverso interventi di riqualificazione energetica e sismica del patrimonio immobiliare pubblico non residenziale: un effetto moltiplicativo sul PIL italiano che potrebbe essere pari a 3,6 volte la somma investita, in grado di creare 870 mila nuovi posti di lavoro, una riduzione delle emissioni di CO2 pari a circa 934 mila tonnellate annue, una rivalutazione del valore degli immobili pari a oltre il 30%, risparmi energetici pari a oltre 450 milioni di euro all’anno, un aumento della sicurezza degli edifici e una riduzione delle spese di manutenzione. Inoltre, anche per quanto riguarda la sostenibilità economica degli investimenti pluriennali stimati dalla ricerca, pari a circa 39 miliardi di euro da investire su un orizzonte pluriennale, mi preme sottolineare che gli unici interventi che necessiterebbero di strumenti di incentivazione da creare ex novo risulterebbero quelli legati alla messa in sicurezza sismica degli edifici che riguardano in particolare le Regioni del Centro-Sud Italia, in cui il rischio è più elevato, dal momento che, fino a oggi, tali operazioni hanno giovato solo di sporadiche erogazioni di risorse da parte dello Stato. Per quanto riguarda, invece, gli interventi per la riqualificazione energetica degli edifici, gli investimenti potrebbero già contare su un contributo importante da parte dei privati attraverso la formula del Partenariato Pubblico Privato, una soluzione che prevede di affidare a una società esterna gli interventi che vengono ripagati attraverso la gestione successiva dell’immobile. Se a ciò, tuttavia, si affiancassero meccanismi di incentivazione, nella maggioranza dei casi sarebbe necessario solo un ridotto contributo degli Enti Locali. Il Green New Deal sul patrimonio pubblico, quindi, costituisce una proposta tuttora concreta, sostenibile e virtuosa per dare al nostro Paese una solida prospettiva di ripresa e di sviluppo, in grado di conciliare aspetti economici, di benessere sociale, di sicurezza pubblica, di sostenibilità ambientale, oltre che eco – sistemica.

E per quanto riguarda il progetto di riqualificazione energetica del Comune di Anzola in Emilia Romagna? Le stesse finalità andranno riproposte in altri Comuni in Italia?

Il Comune di Anzola dell’Emilia si avvia a diventare un vero e proprio esempio virtuoso in termini di consumi e di emissioni, attraverso un importante piano di interventi di riqualificazione energetica degli edifici pubblici e della pubblica illuminazione. Il piano, del valore pari a 1,6 milioni di euro e che non peserà sulle casse del Comune dal momento che sarà integralmente sostenuto da Rekeep, ha preso il via a settembre e consentirà un taglio dei consumi energetici del 25,74% e una riduzione delle emissioni in atmosfera pari al 354.171 kg di CO2 all’anno, grazie a una nuova illuminazione pubblica e a immobili comunali più efficienti e confortevoli dal punto di vista climatico ed acustico. Il risparmio annuo che si otterrà grazie agli interventi di efficientamento sarà pari a 196,6 TEP/anno, ovvero quello che si otterrebbe spegnendo circa 159 caldaie da appartamento per anno, mentre in termini ambientali le minori emissioni di CO2 in atmosfera avranno per l’aria di Anzola dell’Emilia un beneficio pari a quello che si avrebbe piantando 505 nuovi alberi. Un nuovo risultato importante per Rekeep, che dimostra in questo modo la grande expertise nel settore dell’efficienza energetica e un esempio virtuoso che potrebbe essere replicato nei tanti comuni di piccole e medie dimensioni del nostro Paese, in cui i gruppi privati potrebbero mettere da subito in campo il know-how e le risorse necessarie per supportare tutta la Pubblica Amministrazione, compresi i piccoli e medi Comuni, nella realizzazione di interventi di riqualificazione, in tempi certi e con risultati garantiti: dallo studio di fattibilità, alla progettazione, alla gestione. Con questo nuovo progetto, Rekeep è ancora una volta al fianco dei territori e delle istituzioni pubbliche in cui opera, a sostegno di efficienza e sostenibilità con l’obiettivo di produrre benefici per la collettività.

Come ha risposto Rekeep alla crisi economica legata all’emergenza sanitaria? Quali sono i vostri progetti futuri nell’anno della ripresa?

Rekeep, anche durante i mesi più difficili dell’emergenza, non si è mai fermata, continuando a garantire i propri servizi fondamentali in oltre 350 aziende sanitarie e in diverse centinaia di presidi ospedalieri in tutta Italia, garantendo, grazie a migliaia di addetti, servizi di gestione e manutenzione degli immobili, sanificazione e disinfezione, gestione e manutenzione impianti, trasporto degenti e, attraverso la propria controllata Servizi Ospedalieri servizi di lavaggio e sterilizzazione di tessili, divise e ferri chirurgici. Abbiamo, inoltre, continuato a operare in diversi ulteriori settori che garantiscono servizi essenziali come le telecomunicazioni, la GDO, il settore bancario e i trasporti. Parallelamente abbiamo manifestato la nostra vicinanza ai nostri dipendenti e alle loro famiglie attivando una serie di iniziative di supporto: dai buoni spesa per il personale impegnato in prima linea in ospedale (dell’importo di 255 euro ciascuno distribuiti ad oltre 5.000 lavoratori), all’attivazione di polizze sanitarie integrative oltre, ovviamente, all’attivazione immediata del remote working per il personale di sede e all’anticipo su base mensile della cassa integrazione Covid per gli oltre 2.300 dipendenti che non hanno potuto prestare attività lavorativa a seguito del lockdown. Il 2020 e il 2021 sono stati, dunque, anni sfidanti dai quali, tuttavia, siamo usciti rafforzati, dimostrando la nostra capacità di operare anche in contesti complessi. Nei prossimi anni, proseguiremo a consolidare la nostra presenza in ambito sanitario, che già oggi vale circa il 60% del nostro fatturato. Per quanto riguarda le aree geografiche di sviluppo, il nostro Paese continuerà a restare il mercato di riferimento, ma per crescere più rapidamente proseguiremo nel percorso di sviluppo estero, dove vantiamo già una presenza radicata soprattutto in Francia e Polonia.

Come vede il settore del facility management negli anni a venire alla luce del PNRR italiano e del Recovery Plan?

Il Recovery Plan europeo ha nella lotta ai cambiamenti climatici e nella protezione della biodiversità due dei suoi pilastri fondamentali e in tale direzione c’è sicuramente ancora molto lavoro da fare. Stando ai dati della Commissione Europea, circa il 36% delle emissioni di CO2 e ben il 40% dei consumi energetici derivano dall’edilizia, a causa di scadenti prestazioni energetiche sia dell’involucro che degli impianti. La principale causa è da ricercare nelle caratteristiche degli immobili, pubblici in particolare, che specialmente in Italia, risalgono a prima degli anni ‘70 per oltre il 50%. Per questo motivo, una reale transizione ecologica passa anche e, forse soprattutto, da un aumento dell’efficienza energetica degli edifici. Gli immobili pubblici, ma anche le strutture sanitarie sono, infatti, tra gli edifici più energivori e la loro riqualificazione potrebbe non solo far compiere all’Italia un grande passo avanti in termini di efficienza e sostenibilità ambientale, ma permetterebbe anche di accrescerne il comfort interno, ridurre i consumi e quindi i costi, introdurre una apprezzabile riqualificazione urbanistica e portare cura e assistenza più “vicine” alle persone, superando, quindi, le carenze anche strutturali emerse durante la pandemia. Proprio in tale direzione, l’ultima ricerca realizzata per noi da Nomisma, partendo dalla situazione attuale – ovvero dalle strutture sanitarie già operanti sul territorio italiano – e dal modello di sanità delineato nel PNRR, definisce gli interventi necessari su specifici cluster di immobili per rafforzare l’assistenza sanitaria territoriale di rete, oltre ai relativi benefici economici, sociali ed ambientali, puntando su Ospedali di Comunità, Case della Comunità e Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA). L’investimento necessario, pari a 8,2 miliardi di euro, potrebbe generare un volano economico a livello nazionale pari a 25,7 miliardi di euro (di cui 17,1 miliardi di euro quale impatto diretto e indiretto sulla produzione e 8,6 miliardi di euro quale impatto indotto sull’economia). Per ogni euro investito nella riqualificazione e ristrutturazione delle strutture identificate si genererebbero, quindi, 3,5 euro. A questo si deve aggiungere un ulteriore beneficio economico a regime – ovvero una volta terminata la fase di sviluppo delle strutture – nei settori dei servizi sanitari e delle facilities. Sarebbe così possibile osservare un ulteriore effetto propulsivo che vede a regime un beneficio di 160 milioni di euro per i servizi di facilities (pulizie vigilanza, mensa, lavanderia e manutenzioni).

Lavoriamo affinché la sostenibilità sia sempre più integrata nella nostra strategia aziendale