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INTERVISTA
Chiara Fedrigoni, Chief Sustainability Fedrigoni
 

Qualità e sostenibilità lavorando in sicurezza

 
 
 

Chiara Medioli Fedrigoni, Chief Sustainability & Communication Officer del Gruppo Fedrigoni racconta l’impegno del Gruppo in ambito di sostenibilità a 360 gradi. Il Gruppo Fedrigoni ...

 
 

 

venerdì 10 settembre 2021

 

 

Chiara Medioli Fedrigoni, Chief Sustainability & Communication Officer del Gruppo Fedrigoni racconta l’impegno del Gruppo in ambito di sostenibilità a 360 gradi.

Il Gruppo Fedrigoni è tra i maggiori operatori al mondo nella produzione e vendita di carte speciali per packaging, editoria e grafica, oltre che di etichette e materiali autoadesivi. Sostenibilità e responsabilità sociale sono oggi fondamentali fattori di competitività per un’impresa al passo con i tempi e Fedrigoni ne è esempio di eccellenza. Potrebbe raccontarci il vostro impegno in tal senso?

Il nostro Gruppo non si è mai sottratto alle sfide legate all’innovazione sostenibile in termini di efficientamento energetico, riduzione dei consumi e utilizzo di fonti rinnovabili, e negli ultimi mesi ha accelerato ulteriormente il proprio impegno sulle tematiche ESG presentando nel Bilancio gli obiettivi 2030 per diventare un punto di riferimento del settore quanto a politiche di sostenibilità e uno dei migliori luoghi di lavoro per sicurezza, inclusività e sviluppo dei talenti.  

Entro la fine del decennio ci impegniamo a ridurre del 30% le emissioni di CO2 in atmosfera, l’acqua utilizzata nei processi di lavorazione, già dimezzata negli ultimi 16 anni, verrà restituita al 95% ai fiumi depurata e alla giusta temperatura e saranno azzerati i rifiuti industriali in discarica, perché totalmente riciclati per altri usi. Inoltre, il 95% dei fornitori dovrà essere qualificato anche secondo parametri ESG. Anche l’offerta di prodotti sarà sempre più improntata all’economia circolare. I volumi di soluzioni con caratteristiche avanzate di sostenibilità raddoppieranno, passando dal 20% al 40% nel mondo carta e dal 35% al 70% in quello dei materiali autoadesivi: Fedrigoni vuole, infatti, arrivare nel 2025 al 75% di riciclo e riutilizzo dei liner (il supporto staccabile) e all’uso sempre più massiccio di adesivi e colle performanti ma facilmente solvibili in acqua.

Sul fronte sociale, il Gruppo intende ridurre del 67% gli infortuni sul lavoro, già diminuiti del 40% negli ultimi 3 anni, grazie a una politica di prevenzione che poggia anche sulla responsabilizzazione di ogni dipendente, chiamato a segnalare potenziali rischi e mancati infortuni. Inoltre, le donne in posizione manageriale arriveranno al 30% dall’attuale 20%.

Per ottenere questi risultati, l’azienda ha messo in campo numerosi progetti concreti. Per la gestione delle acque, oltre a potenziare i sistemi che già impediscono la perdita di fibre e di additivi durante il processo di lavorazione, verranno realizzati nuovi impianti di depurazione biologica, in aggiunta a quello installato nei mesi scorsi allo stabilimento di Verona. Sul fronte dei rifiuti, saranno introdotte ovunque tecnologie innovative per l’essicamento dei fanghi, principale scarto di processo nella fabbricazione della carta, in modo da ridurne il volume e renderli disponibili per il riutilizzo in altri settori come la bio-edilizia. Moltissime sono anche le iniziative di restituzione al territorio, come l’impegno nella diffusione dell’arte e della cultura attraverso le attività della Fondazione Fedrigoni Fabriano e il Festival del Disegno, che da metà settembre offre per un mese 200 attività guidate gratuite dedicate al disegno in tutta Italia.

Riduzione di emissioni di gas-serra: quale è il vostro contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti entro il 2030?

Nel processo produttivo della carta, dopo la cellulosa e l’acqua è l’energia il terzo elemento in ordine di importanza. E il tema dell’energia è strettamente connesso a quello delle emissioni di CO2 in atmosfera, che ci siamo prefissi di ridurre di un ulteriore 30% entro il 2030. Ventitré anni fa Fedrigoni ha iniziato a dotare i suoi principali stabilimenti di impianti di cogenerazione a turbina alimentati da gas metano e a potenziare gli impianti di produzione di energia idroelettrica: ad esempio, a Fabriano molti nostri prodotti per la scuola e l’arte sono realizzati con energia rinnovabile. Queste scelte negli anni hanno consentito un risparmio netto fino al 40% di energia primaria e una forte riduzione delle emissioni. 

Ora dobbiamo fare ancora meglio, ma già lo scorso anno abbiamo realizzato o avviato iniziative i cui effetti potranno essere apprezzati sul medio e lungo periodo: l’ammodernamento delle centrali di cogenerazione già esistenti e i nuovi impianti ad alto rendimento permetteranno infatti di rilasciare una minore quantità di CO2 e di consumare ancora meno, sia energia termica che energia elettrica. Nello stabilimento di Cordenons (PD) abbiamo ottimizzato il sistema di cogenerazione mediante l’utilizzo di uno specifico software che consentirà di diminuire le emissioni annue di CO2 di circa 3 ktons; inoltre, sono stati avviati progetti di miglioramento dell’impianto vapore e dell’impianto di raffinazione, per ridurre in modo significativo i consumi. Ad Arco (TN) è stato realizzato un nuovo impianto di cogenerazione ad alto rendimento. 

Oggi il 100% della carta prodotta da Fedrigoni è certificata FSC (CoC/Controlled Wood). Potrebbe spiegarci questa sigla e quali sono i processi da cui la carta prende vita?

Il Forest Stewardship Council, o FSC, è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che ha dato vita a un sistema di certificazione forestale riconosciuto in tutto il mondo – e avvalorato dalle periodiche ispezioni di decine di enti certificatori terzi – per attestare la corretta gestione delle foreste e la tracciabilità dei prodotti derivati. In pratica, il logo di FSC garantisce che la cellulosa e le altre materie prime utilizzate derivano da foreste correttamente gestite, dunque conservate in condizioni di salute e perennemente rinnovate e ampliate attraverso le necessarie operazioni di sfoltimento e ripiantumazione. 

Contrariamente a quanto si pensa, l’industria cartaria europea tutela il rinnovamento e l’incremento della superficie forestale mondiale. Il Gruppo Fedrigoni acquista appunto da molti anni solo cellulosa vergine proveniente da foreste che aderiscono al modello di certificazione forestale FSC® oppure Controlled Wood, ma in un’ottica di maggiore sostenibilità si serve sempre di più anche di fibre a crescita annuale, come cotone, lino, canapa, bambù, e di maceri selezionati e certificati, residui o sottoprodotti di altri settori industriali del legno. Le materie prime e ausiliarie utilizzate da Fedrigoni – come le sostanze coloranti e leganti che sono necessarie per alcune produzioni – sono tutte provenienti da origini controllate e tracciabili, grazie a un impegno costante e a investimenti impegnativi. 

In estrema sintesi, il processo produttivo della carta comporta l’utilizzo del 10% di fibre e del 90% di acqua, che una volta ottenuta la miscela deve essere sottratta con processi di filtrazione e di essicazione molto dispendiosi dal punto di vista energetico, a temperature assai elevate. Nei nostri impianti, per ogni chilo di carta prodotta si rilascia in atmosfera mezzo chilo di CO2. Il nastro di carta così ottenuto sull’intelaiatura, avvolto in grandi bobine di diverse tonnellate di peso, verrà poi sottoposto a ulteriori lavorazioni e tagli in base al tipo di carta – patinata, goffrata o altro – che si vuole produrre.

In quale altro modo Fedrigoni contribuisce alla difesa dei boschi?

Piantandone di nuovi in zone altamente urbanizzate o da riqualificare. Si tratta del progetto dei Boschi Fedrigoni, nell’ambito delle tante nostre attività di restituzione al territorio: nei prossimi anni intendiamo far nascere un nuovo bosco nelle vicinanze di alcuni dei nostri stabilimenti. Siamo partiti da Caponago, in provincia di Monza e Brianza, dove a novembre sono state messe a dimora 1.530 piante autoctone come querce, frassini, lecci, tassi e olmi per riqualificare un’area stretta tra industrie e superstrade, che ora diventerà un ettaro e mezzo di polmone verde capace in 20 anni di assorbire 100 tonnellate di CO2. Il prossimo bosco, più o meno della stessa ampiezza, nascerà a Verona all’interno del Parco Santa Teresa, nel 2022. 

Intravede nuove tendenze in fatto di sostenibilità che potrebbero avere un impatto sul business di Fedrigoni?

Certamente quello che viene definito il plastic-to-paper: nel mondo carta, ora l’obiettivo è proporre soluzioni realmente alternative alla plastica quanto a robustezza, idrorepellenza e igiene, ma realizzate con materia prima rinnovabile e totalmente riciclabile. Le applicazioni sono moltissime e alcune già realtà concreta: dagli astucci per il make-up alle carte fedeltà, dalle copertine dei libri al packaging di tutti i tipi, incluse le shopper di brand di lusso, fino al settore il food&beverage, contraddistinto da una normativa stringente. 

Proprio per sviluppare questo comparto abbiamo appena sottoscritto un accordo con Tecnoform, azienda di Parma specializzata nella produzione di elementi interni per il packaging, per dare vita a una NewCo che produrrà vassoi interni per scatole e astucci di articoli di lusso realizzati totalmente in cellulosa termoformata, invece della consueta plastica, attraverso una tecnologia proprietaria di lavorazione della polpa di cellulosa e soluzioni certificate e brevettate di confezionamento, con forti aspetti di innovazione e di sostenibilità. Fedrigoni avrà il 70% del capitale di questa nuova azienda, che inizialmente si rivolgerà al comparto della cosmesi e dei profumi di alta gamma, ma senza trascurare altri possibili sbocchi come gli oggetti di lusso, i gioielli, gli orologi fino al food e agli imballaggi per l’e-commerce, puntando a espandere il business fino a raggiungere i 25 milioni di giro d’affari nei prossimi 2-3 anni.

Tra le altre novità in arrivo targate Fedrigoni ci sono poi Icelite CleanCut, la carta innovativa sviluppata in collaborazione con Easysnap per la produzione di confezioni monodose di liquidi che si aprono con una mano sola, spezzando a metà la confezione, e Materia Viva, la raccolta di carte – alcune nuove, accanto alle serie già presenti dal 1996 – con contenuto di fibre riciclate e naturali alternative alla cellulosa. 

Entro la fine del decennio ci impegniamo a ridurre del 30% le emissioni di CO 2 in atmosfera, l’acqua
utilizzata nei processi di lavorazione, già dimezzata negli ultimi 16 anni, verrà restituita al 95% ai fiumi
depurata e alla giusta temperatura e saranno azzerati i rifiuti industriali in discarica, perché totalmente
riciclati per altri usi. Inoltre, il 95% dei fornitori dovrà essere qualificato anche secondo parametri ESG.
Anche l’offerta di prodotti sarà sempre più improntata all’economia circolare