Maggino
 

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INTERVISTA
Filomena Maggino, Presidente della Cabina di Regia Benessere Italia
 

Analisi e politiche innovative al servizio del Paese

 
 
 

Professoressa, quale è il senso della Cabina di Regia “Benessere Italia”, alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio? Il tema è molto vasto e complesso, ...

 
 

 

lunedì 19 ottobre 2020

 

 

Professoressa, quale è il senso della Cabina di Regia “Benessere Italia”, alle dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio?

Il tema è molto vasto e complesso, ma si può ricondurre principalmente al concetto di benessere equo e sostenibile, favorendo politiche in questa direzione in maniera coordinata. Essendo un tema complesso, non è gestibile da un solo ministero ma attraverso i rappresentanti dei ministri, il collegamento con l’Europa da un lato e con le regioni e le altre realtà territoriali italiane dall’altro. E’ fondamentale arrivare a una unica visione nell’interesse del Paese, questo è lo scopo di una buona Cabina di Regia. Abbiamo incontrato soprattutto settori fragili, fondamentali per capire da dove cominciare a mettere mano in un’opera di riqualificazione dello standard di vita del Paese in generale e di ogni singolo cittadino. Cinque le linee programmatiche specifiche della Cabina di Regia: rigenerazione equo sostenibile dei territori, mobilità e coesione territoriale, transizione energetica, qualità della vita, economia circolare.

Cosa si intende per fiscalità ambientale e come questa può migliorare la causa della sostenibilità?

La sostenibilità deve essere un fenomeno da cui scaturisce il benessere del Paese e va perseguita con azioni incoraggianti più che con azioni punitive verso chi si discosta da tale concetto.

Il soggetto inquinante: che strategia adottare per reprimerlo e circoscriverlo?

E’ un processo lungo, che richiede azioni punitive ma soprattutto, come anche si diceva prima, incentivanti, per tendere al comportamento virtuoso. In molte attività vi potrebbe essere una certificazione che colloca quell’azione, quel comportamento, quell’atto, nella categoria dell’ecosostenibilità. Sarebbe un forte richiamo alla legalità e all’emulazione positiva.

Il Recovery Fund e l’ambiente, quali i punti di forza e quali le criticità?

Questa è una domanda giusta ma un po’ acerba e per ora la si può considerare come un aspetto ancora “work in progress”.

La pandemia porterà a una maggiore attenzione ai temi ambientali, in Italia e in Europa?

Non c’è dubbio che si è notato in questi mesi un legame tra le zone più colpite dal virus e il loro grado di inquinamento, quindi è giusto aver messo la questione ambientale al centro delle riflessioni e delle azioni che a vario titolo è necessario compiere. Quella che era una emergenza adesso sta diventando una necessità più impellente che mai: rendere vivibili i nostri territori per salvaguardarci dall’aggressione del virus, così come da molte altre patologie spesso non meno serie.

Gli economisti e la società di oggi: troppa omologazione nella ricerca del benessere diffuso? Mancanza di coraggio o omologazione del pensiero?

Il coraggio non deve mai mancare, naturalmente senza discostarsi dal rigore proprio della scienza e degli studi. Non bisogna avere paura di essere innovatori, in una realtà complessa come quella attuale, con temi sempre nuovi e talvolta drammatici da affrontare (come il Covid), non si può ragionare solo con gli schemi di anni fa. Un mix di innovazione e rigore non può che fare e farci bene.

Professoressa, stiamo lanciando il nostro giornale online Element+, il GSE investe nell’informazione al servizio del cittadino…

Una bellissima iniziativa, sono lieta di dare il mio contributo con questa intervista. Uscite in un momento strategico, dove i temi legati all’essenza stessa del GSE sono più che mai attuali e decisivi per contribuire al raggiungimento degli stessi scopi che ci prefiggiamo noi con la Cabina di Regia Benessere Italia.