INTERVISTA
Alessandro Martire, pianista e compositore
Quando la musica dialoga con la natura
Alessandro, il “Floating Moving Concert” rappresenta un’esperienza suggestiva. Cosa ti ha portato a coniugare natura, bellezza e musica? Perché i paesaggi sono la cornice naturale ...
venerdì 19 novembre 2021
Alessandro, il “Floating Moving Concert” rappresenta un’esperienza suggestiva. Cosa ti ha portato a coniugare natura, bellezza e musica? Perché i paesaggi sono la cornice naturale della tua musica?
La mia volontà era di dare un’immagine alla musica strumentale. Volevo creare un impatto visivo forte, comunicare con tutto il mondo: siamo anime composte da culture diverse. La musica crea legami, essendo un linguaggio universale e la musica strumentale – in assenza di parole – lo è ancora di più. Ho pensato che portare il palcoscenico in contesti diversi e inusuali fosse la cosa giusta per la mia musica, perché nasce da questa forte ispirazione nei confronti della natura. Ho iniziato qualche anno fa con i Floating Moving Concert, i concerti sul Lago di Como, ma vorrei rendere protagoniste tutte le varie forme della natura con la mia musica in tutto il mondo.
Lago di Como, St. Moritz… e in futuro il deserto dell’Oman e tanto altro ancora. Cosa provi a suonare in contesti cosi affascinanti e stimolanti? È un isolamento creativo o pensi di poter arrivare alle coscienze individuali in maniera diversa?
Nasce come ispirazione artistica suonare in questi luoghi ma poi sfocia in una condivisione con tutte le mie emozioni. Suonare in posti così diversi, ma fortemente intensi, provoca in me grande gioia, voglia di sperimentare e una forte sinergia con la natura e la musica.
Il pianoforte “Waves” da te ideato, è lo strumento che, con la sua forma particolare a ricordare le onde del mare, hai scelto per creare un connubio unico nel suo genere fra landscape e musica. Cosa provi quando lo suoni?
Il pianoforte Waves è nato per dare una dimensione estetica nuova alla mia musica, rendendo visibile il mio forte legame con la natura. Le onde raccontano il viaggio, il movimento e richiamano l’acqua. Quando suono con il pianoforte Waves, nei luoghi sopra citati, provo grande adrenalina, ispirazione e contatto con le bellezze che ci circondano.
Hai collaborato con il FAI ma anche con National Geographic. Sei riconosciuto come artista di successo, in Italia e all’estero, ma sei diventato anche un paladino dell’ambiente. Come ti fa sentire tutto questo?
Sono molto sensibile e mi sento vicino alla sostenibilità ambientale; la musica e i miei video raccontano anche e soprattutto di questo. Suonare il pianoforte, significa parlare un linguaggio universale e nel mio piccolo posso lanciare dei messaggi molto importanti per il nostro futuro.
Hai affermato che il tuo album d’esordio “Share the world”, nato nei mesi difficili del lockdown vuole dare speranza, in un futuro diverso. Il nostro ambiente ha bisogno di speranza ma soprattutto di fatti concreti. Qual è la tua opinione sulla questione ambientale?
La tematica ambientale riguarda tutti, in ciascun settore. Sono stati fatti passi importanti, ma ancora non basta. Penso che sia di vitale importanza tenere i riflettori sempre accesi su questo tema, perché come dicevo prima, riguarda tutti e riguarda il nostro futuro.
Ritieni che proprio il tuo modo di fare musica possa contribuire ad avvicinare le persone alle tematiche della sostenibilità ambientale e a quelle dell’inquinamento atmosferico?
La mia musica dialoga con la natura, perché prende ispirazione da essa. Chi ascolta e vede i miei concerti, si ritrova a percepire quanto sia centrale nella mia musica, il rispetto dell’ambiente e la purezza del nostro mondo che va protetto e tutelato.