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SOCIETÀ
Biodiversità: un’azione urgente
 

La “Strategia per la Biodiversità per il 2030” della Commissione europea

 
 
 

A sottolineare quanto la salute pubblica sia strettamente legata a quella degli ecosistemi naturali ci ha pensato la Commissione europea. In piena pandemia da Covid ...

 
 

 

lunedì 8 febbraio 2021

 

 

A sottolineare quanto la salute pubblica sia strettamente legata a quella degli ecosistemi naturali ci ha pensato la Commissione europea. In piena pandemia da Covid 19, lo scorso maggio, ha pubblicato la “Strategia per la Biodiversità per il 2030”. Il documento pone obiettivi importanti da raggiungere a beneficio delle persone, del pianeta, del clima e della nostra economia, in linea con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e con l’Accordo di Parigi sul clima.

I cinque fattori indicati come maggiormente responsabili della scomparsa della Biodiversità sono: il cambio di utilizzo della terra e del mare, il sovra-sfruttamento delle risorse naturali, il cambiamento climatico, l’inquinamento e le specie esotiche invasive. Negli ultimi quattro decenni, la fauna selvatica globale è diminuita del 60% a causa delle attività umane e quasi tre quarti della superficie terrestre è stata alterata, relegando la natura in un angolo sempre più piccolo del pianeta.

Oltre al danno ambientale, in termini economici l’impatto è notevole, considerando che oltre la metà del PIL globale dipende dalla natura e dai servizi che ruotano intorno a essa, in particolare per tre dei settori economici chiave dell’economia – edilizia, agricoltura e settore alimentare.

Si stima che la conservazione degli stock marini, a esempio, potrebbe aumentare i profitti annuali dell’industria ittica di oltre 49 miliardi di euro, mentre la tutela delle zone costiere potrebbe far risparmiare all’industria assicurativa circa 50 miliardi di euro all’anno, e ridurre cosi le perdite dovute ai danni causati dalle inondazioni. Il rapporto costi/benefici di un programma globale condiviso a tutela della natura selvatica oggi ancora presente nel mondo, sia di almeno di 1 a 100.

Si valuta che gli investimenti a protezione della natura, come il ripristino di habitat ricchi di carbonio e un’agricoltura sostenibile, siano tra i più importanti strumenti di ripresa fiscale, offrendo elevati moltiplicatori economici e contribuendo a un impatto climatico positivo.

Alcuni degli impegni chiave della Strategia al 2030 sono:

– la difesa legale di almeno il 30% della superficie terrestre e il 30% della superficie marina dell’UE e lo sviluppo di corridoi ecologici per la realizzazione di un “Trans-European Nature Network

– la protezione rigorosa di almeno un terzo delle aree protette dell’UE, incluse le restanti foreste primarie e storiche.

–    la riduzione del 50% di pesticidi chimici pericolosi e del 20% di fertilizzanti.

–    tre miliardi di nuovi alberi piantati nell’UE

–    il ripristino di almeno 25.000 km di fiumi a flusso libero

–    la diminuzione del 50% nel numero di specie della “Lista Rossa” minacciate da specie esotiche invasive

–    la cattura accessoria di specie nelle attività di pesca viene eliminata o ridotta a un livello che consenta il recupero e la conservazione delle specie

Per l’UE sarà importante sfruttare l’enorme potenziale che la protezione della Biodiversità comporta, per garantire prosperità, sostenibilità e resilienza nella ripresa, con l’ambizione che entro il 2050 tutti gli ecosistemi del mondo siano ripristinati, resilienti e adeguatamente protetti.

La consultazione sulla Strategia è aperta alla partecipazione pubblica ed è possibile parteciparvi tramite un questionario online fino al 5 aprile 2021, a questo link.

Oltre al danno ambientale, in termini economici l’impatto è notevole, considerando che oltre la metà del PIL globale dipende dalla natura e dai servizi che ruotano intorno a essa